sabato 18 maggio 2013

Vasi

" Un giorno, però, dopo aver acceso un gran fuoco per cuocere della carne, al momento di spegnerlo mi accadde di trovare un coccio di uno dei miei recipienti d'argilla, che per effetto della cottura era diventato duro come una pietra e rosso come una tegola. Fu per me una lieta sorpresa, e pensai che, se cuocevano rotti, non c'era un motivo per non farli cuocere interi. La circostanza m'indusse a pensare quale fosse il sistema migliore per preparare un fuoco col quale cuocere i miei recipienti di argilla. Io non avevo la minima idea di come fosse una fornace da vasaio, e a maggior motivo ignoravo che occorresse rivestirla di piombo, pur disponendo, in realtà, del metallo necessario. Così mi accontentai di disporre due o tre tegami e qualche vaso l'uno sull'altro, poi vi misi sotto della brace e tutt'attorno un gran mucchio di legna da ardere; alimentai senza posa il fuoco aggiungendo legna all'esterno e sopra la pila, finché non vidi che l'interno dei vasi era rovente e constatai che non si spaccavano affatto. Quando furono completamente rossi, li lasciai cuocere a calore costante per altre cinque o sei ore, finché non mi accorsi che uno dei vasi, pur non rompendosi, fondeva e colava, perché la sabbia mescolata all'argilla si scioglieva per effetto del soverchio calore, e sarebbe diventato come vetro se avessi continuato la cottura al medesimo calore. Così gradualmente diminuii la temperatura, i vasi cominciarono a perdere il loro color rosso, e avendoli sorvegliati tutta la notte per evitare che il fuoco si spegnesse troppo in fretta, la mattina mi trovai in possesso di tre tegami, certo non belli, ma perfettamente adatti allo scopo, e di altri due recipienti cotti in modo da raggiungere il grado di durezza necessario, uno dei quali smaltato per effetto della liquefazione della sabbia."
D. Defoe, Robinson Crusoe, Garzanti Libri, 1719.



La storia della terracotta e della ceramica è la storia dell'umanità. La parola ceramica deriva dal greco keramos (significa vaso di creta) e sta ad indicare tutti i manufatti utili o ornamentali che sono stati fatti con argilla e poi cotti. Terracotta: è il nome che si dà, in quasi tutte le lingue, alla ceramica non dipinta. La terracotta è soprattutto espressione di attività manuale volta alla costruzione di oggetti d'uso. La ceramica come espressione d'arte fa parte della storia dell'uomo da oltre 35.000 anni. La natura stessa della terracotta, fragile ma non deperibile, ha fatto si che i popoli antichi vengano studiati attraverso gli oggetti interi e i cocci o frammenti che sono giunti fino a noi. Da questi reperti si capisce l'evoluzione delle diverse società., si ricostruiscono i costumi religiosi, culturali e lo sviluppo socio economico e commerciale dei popoli. Le tradizioni delle ceramiche sono quelle più resistenti al tempo. Le varie fasi della lavorazione della ceramica hanno infatti molte variabili ed i ceramisti, ripetono le forme ed i colori tramandandone i segreti di generazione in generazione.

I principali vasi dell'antichità da cui si copia tutt'ora lo stile sono:


Vasi cinesi

La Cina è stato uno dei maggiori centri di produzione della ceramica ed in particolare nella sua forma denominata porcellana il cui commercio internazionale portò grande ricchezza al paese.

Vasi egiziani

Gli egiziani furono i primi a smaltare e verniciare gli oggetti di ceramica. Anche l'impasto era diverso,fatto in prevalenza da silice. I deserti egiziani contengono in abbondanza molto sale e sabbia pura (silice) , sottoponendo entrambi al calore si forma il vetro, e mischiando l'argilla con i componenti del vetro ( soda e silice) si ottiene uno smalto che forma un corpo unico con l'oggetto d'argilla. Per colorare questo composto usavano cobalto e rame o manganese. Il maggior produzione della ceramica egiziana si raggiunse con oggetti rivestiti di una particolare a vernice turchese e l'introduzione di un gran numero di smalti colorati. Oltre alle numerose forme per uso pratico e funerario, come i vasi per contenere le viscere dei morti, venivano costruite statuine che nell'aldilà avrebbero dovuto aiutare i defunti a svolgere le mansioni più difficili.

Vasi greci

I Greci attribuirono ad ogni forma dei vasi una funzione per le tante esigenze della vita quotidiana. La ricerca delle forme era molto accurata ed era strettamente in relazione alla sua funzionalità. I recipienti più conosciuti sono l'anfora e i crateri. L'anfora, di cui esistevano diversi modelli, era ornata da due manici ed aveva il collo stretto, come tappo si metteva la pece o il sughero. A volte terminava a punta di modo che si potesse infilare nel terreno. Serviva a contenere il miele, il vino e l'olio ed era usata come unità di misura dei liquidi. I crateri invece servivano a contenere la miscela di acqua e vino da servire nei banchetti. Erano grandi vasi profondi con una bocca larga e ne esistevano di quattro tipi. Poi c'erano i vasi per i profumi, per gli unguenti destinati agli atleti, vasi per il trasporto dell'acqua dai pozzi, vasi per tenere in fresco il vino, vasi per bere e mangiare. I vasi che servivano alla vita quotidiana avevano anche una funzione religiosa in un legame ideale della vita con la morte. Inizialmente il decoro della ceramica greca era essenzialmente geometrico, successivamente si rappresentarono sui vasi le scene mitologiche. La grande epoca della ceramica greca inizia ad Atene dopo il 580 a.C. con famosi vasi rossi dovuti all'argilla ricca di ferro alla quale si aggiunse successivamente la tecnica delle figure nere.

Vasi etruschi

Presso gli Etruschi la terracotta ebbe grande diffusione soprattutto nella scultura, nella produzione di maschere, di sarcofagi che riproducevano le sembianze dei morti a grandezza naturale, di vasi per uso domestico e di vasi funerari con il coperchio a forma di testa umana per custodire i visceri dei morti. Gli etruschi acquistavano dai greci le ceramiche raffinate delle quali si circondavano. La produzione della ceramica etrusca fu fortemente influenzata dalla Grecia e dalla Magna Grecia. La caratteristica della ceramica etrusca è il bucchero. Essa veniva eseguita a tornio, uniformemente nera sia all'esterno che nel corpo. Il bucchero è una ceramica a base di argille molto raffinate, a grana fine e ricche di ferro. Fragile e porosa, di colore nero o grigio scuro,diventa brillante se lucidata. La si cuoceva in ambiente fumoso con assoluta mancanza di ossigeno che si otteneva chiudendo le prese dell'aria e lasciandola in mezzo al carbone che la legna produceva, la porosità dell'oggetto veniva ridotta perché si impregnava delle particelle di carbone, mentre avveniva una trasformazione chimica dei composti ferrici rossi in ferrosi neri parzialmente vetrificati. 

Vasi romani

I vasi romani erano sempre realizzati in argilla. Usavano una ceramica povera di calcare a grana finissima ottenuta per decantazione dell'argilla, compatta e contenente molto ferro. La sua particolarità è data dal rivestimento costituita da una patina di argilla sottile , a sua volta ottenuta per decantazione ed applicata immergendo l'oggetto nella stessa , questo permetteva di ottenere una superficie abbastanza levigata con tipico colore rosso corallino.

Molti vasi non spiccano per originalità in quanto simili, se non identici, ai vasi greci: è il caso dei crateri e delle coppe che gli antichi Romani usavano per bere durante festeggiamenti e divertimenti vari. La vasta produzione di vasi romani si differenzia dai modelli greci per i colori dei contenitori: più vivaci e vicini alle tonalità chiare del pastello e con rilievi in oro. Le anfore romane di terracotta, a differenza di quelle greche, venivano lasciate con sfondo chiaro e senza decorazioni. I crateri romani avevano però la particolarità di essere composti da un coperchio. I Romani introdussero anche i piccoli vasi ovali in terracotta, con bordi arrotondati e senza pitture, ma abbelliti da bassorilievi raffiguranti delle piante e dei fiori. 

Vasi neoclassici
I vasi dell’Ottocento hanno delle linee molto sinuose e raffinate ispirate a uno stile neoclassico. Sono in porcellana e possono avere disegni ispirati a motivi floreali e decorazioni in oro zecchino. Oggetti preziosi, vere e proprie opere d’arte, questi vasi hanno decorato le tavole e gli arredi dei palazzi nobiliari dell’Ottocento. Stretti, alti, con manici o a forma di coppa, i vasi ottocenteschi si trovano facilmente nei negozi di antiquariato. Spesso vengono venduti in kit di due o più vasi e vengono usati come centrotavola e per fini esclusivamente decorativi.
 

  • Curiosità
Ecco un video sulla lavorazione dell'argilla:

 


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